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Intro


Le esperienze maturate a livello internazionale, nell’ambito di contesti sociali, culturali e politici differenziati, evidenziano tra gli obiettivi fondamentali del bilancio di genere quelli di:

  • accrescere la consapevolezza dell’impatto che le politiche pubbliche possono avere sulle diseguaglianze di genere;
  • assicurare una maggiore efficacia degli interventi, tramite una chiara definizione di obiettivi di genere da tenere in considerazione anche nell’individuazione delle modalità di attuazione;
  • promuovere una maggiore trasparenza della pubblica amministrazione, attivando meccanismi tesi a evidenziare pratiche potenzialmente discriminatorie.

A livello europeo, ribadendo quanto già indicato nella Risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2003, la Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2019 sulla parità di genere e le politiche fiscali nell'Unione europea, invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare il bilancio di genere in modo tale da identificare esplicitamente la quota di fondi pubblici destinati alle donne e garantire che tutte le politiche per la mobilitazione delle risorse e l'assegnazione della spesa promuovano l'uguaglianza di genere. Con la successiva Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 sulla strategia dell'UE per la parità di genere, viene evidenziato, ancora una volta, come il bilancio di genere e la valutazione d'impatto di genere siano strumenti essenziali per la realizzazione della parità di genere in tutti i settori d'intervento dell'Unione Europea.

Inoltre, la Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/Reci (2007)17, individua nel bilancio di genere uno degli strumenti più efficaci per integrare la dimensione di genere e garantire una presenza equilibrata di entrambi i sessi nei servizi pubblici.

Anche la Risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio 2010 ribadisce la necessità di mettere in atto e monitorare sistematicamente l'integrazione della prospettiva di genere nei processi legislativi, di bilancio e in altri importanti processi decisionali, nonché nelle strategie, nei programmi e progetti in vari ambiti, tra cui la politica economica e le politiche d'integrazione.

A marzo 2020, la Commissione Europea ha presentato la Strategia per la parità di genere 2020-2025, con l’obiettivo di conseguire progressi significativi per la sua attuazione, tramite misure mirate al conseguimento della parità di genere, combinate a una maggiore integrazione della dimensione di genere in ogni fase dell'elaborazione delle politiche, in tutti i settori di azione dell'UE. Il  gender mainstreaming sarà quindi applicato anche all’intero quadro finanziario pluriennale, più specificatamente ai vari strumenti di finanziamento e di garanzia di bilancio dell'UE. In tale contesto, la Commissione esaminerà l'impatto di genere delle sue attività e le modalità di quantificazione della spesa relativa alla parità di genere a livello dei programmi nel Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, al fine di migliorare l'integrazione della dimensione di genere nel processo di bilancio, al fine di aumentare l’efficacia dei propri interventi.

A luglio 2022, il Parlamento europeo, con la Risoluzione sulla povertà femminile in Europa, evidenzia ancora una volta l’importanza del bilancio di genere riconoscendo che l'integrazione della dimensione di genere non  è stata ancora applicata a tutto il bilancio dell'UE, chiedendo la risoluzione con urgenza di questa mancata informazione ed evidenziando che l'integrazione della dimensione di genere deve essere applicata a tutti i livelli del ciclo politico e deve basarsi su dati affidabili; tale atto sottolinea, infine, l'importanza dell'attuazione di un bilancio che tenga conto della dimensione di genere, anche in tutti i programmi del bilancio europeo 2022, con l’obiettivo di conseguire la parità di genere ed eliminare la povertà delle donne.

In Italia, l’introduzione di una prospettiva di genere nel bilancio dello Stato avviene in un contesto in cui sono già maturate alcune esperienze a livello locale e nell’ambito delle pratiche di performance management di alcune amministrazioni pubbliche.

Il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 recante “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” prevede, all’articolo 10, che la Relazione annuale sulla performance evidenzi a consuntivo i risultati organizzativi e individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati ed alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti e il bilancio di genere realizzato.

La Direttiva n. 2 del 2019 “Misure per promuovere le pari opportunità e rafforzare il ruolo dei Comitati Unici di Garanzia nelle amministrazioni pubbliche” che sostituisce la Direttiva 23 maggio 2007 recante “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche” e aggiorna alcuni degli indirizzi forniti con la Direttiva 4 marzo 2011 sulle modalità di funzionamento dei “Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”, mira a dare alle amministrazioni indicazioni concrete sull’attuazione delle misure volte a garantire le pari opportunità e a fornire indirizzi operativi per l’applicazione di strumenti di conciliazione vita lavoro.

A modificare il contesto del bilancio di genere dello Stato, in particolare per un suo inserimento nell’ambito di un quadro strategico di obiettivi per la riduzione dei divari di genere, potrà concorrere la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, presentata in Consiglio dei Ministri ad agosto 2021. Altro supporto per il superamento dell’attuale fase di sperimentazione potrà essere dato dal raggiungimento di uno dei traguardi della riforma relativa alla revisione della spesa, inserita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); infatti la Milestone M1C1-110 (Riforma PNRR 1.13 Revisione della spesa) prevede la riclassificazione del bilancio dello Stato, a partire dalla legge di bilancio 2024, con riferimento alla spesa che promuove la parità di genere e la spesa ambientale.  Come previsto dalla normativa nazionale di attuazione della riforma (art. 51 bis, introdotto con Legge 21 aprile 2023, n. 41 di conversione del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13), a decorrere dal 2023 (Legge di bilancio per il triennio 2024-2026), il Ministro dell’Economia e delle Finanze trasmette alle Camere, entro 30 giorni dalla presentazione del disegno di legge di bilancio di cui all'articolo 21 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, appositi allegati conoscitivi in cui viene data evidenza delle spese relative alla promozione della parità di genere e delle spese aventi natura ambientale.

In questo primo anno di implementazione della riforma, lo scorso 30 novembre sono stati trasmessi alle Camere i documenti richiesti. Si tratta di allegati conoscitivi e documentazione metodologica che illustra il procedimento utilizzato per la riclassificazione del bilancio dello Stato e le relative evidenze contabili, tenendo conto degli obiettivi di sostenibilità stabiliti dall’Agenda 2030, relativamente al bilancio di genere e al bilancio ambientale.

L’analisi del bilancio secondo una prospettiva di genere si configura come uno strumento complesso volto, da un lato, a una individuazione delle risorse stanziate ed erogate in favore delle pari opportunità di genere (dentro e fuori dell’amministrazione) e, dall’altro, alla verifica degli impatti degli interventi su uomini e donne.

Oltre a evidenziare lo sforzo delle politiche di bilancio relativamente alle questioni di genere, questa metodologia favorisce una maggiore considerazione delle caratteristiche della popolazione di riferimento nel disegno degli interventi e nella loro implementazione, anche quando essi non siano destinati soltanto al genere femminile.     

Anno 2022

L’articolo 38-septies della legge n. 196 del 2009, introdotto dall’articolo 9 del decreto legislativo del 12 maggio 2016, n. 90 relativo al completamento della riforma del bilancio - successivamente modificato dalla legge 4 agosto 2016, n. 163 - dispone per il bilancio dello Stato la sperimentazione in sede di rendicontazione di un bilancio di genere.

Il bilancio di genere è uno strumento che mira a realizzare una maggiore trasparenza sulla destinazione delle risorse e sul loro impatto su uomini e donne.

Uomini e donne sono, infatti, influenzati diversamente dalle decisioni di bilancio non solo in relazione alle specifiche politiche, ma anche in relazione alle loro diverse situazioni socioeconomiche, ai bisogni individuali e ai comportamenti sociali.

Il bilancio di genere per il Rendiconto dello Stato 2022 segue la metodologia indicata dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 giugno 2017; tale metodologia viene successivamente aggiornata con le circolari annuali, di cui l’ultima è la Circolare RGS, n. 22 del 16 maggio 2023 (Bilancio di genere. Linee guida e avvio delle attività relative al Rendiconto generale dello Stato 2022).

Attraverso la Relazione annuale al Parlamento, viene proposta una rappresentazione delle spese del bilancio dello Stato riclassificate contabilmente in chiave di genere e una serie di indicatori statistici per monitorare le azioni intraprese per incidere sulle disuguaglianze di genere e la loro associazione alla struttura del bilancio, nonché un’analisi dell’impatto sul genere delle principali misure di politica tributaria.

L’attività, coordinata dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, vede il coinvolgimento delle amministrazioni centrali dello Stato, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Dipartimento delle Finanze e del Dipartimento degli Affari Generali del MEF. Inoltre, al fine di assicurare un monitoraggio dei principali divari di genere nell’economia e nella società, la Ragioneria Generale dello Stato si avvale di una collaborazione con l’ISTAT e ha stipulato una convenzione con l’INPS, nell’ambito della quale vengono anche promosse attività di ricerca e valutazione di misure connesse alla riduzione delle diseguaglianze di genere.